07|07|07 LA MUSICA NON SI FERMA

7 luglio 2007: ANCORA RIVOLUZIONE

 

Sabato
7, festa “riprendiamoci gli spazi” drum’n’bass, electro…

Come
pubblicizzato, alle 10 iniziamo a montare bar e impianto per una
festa notturna alla montagnetta di San Siro, parco pubblico che, come
tutti i parchi “pubblici”, di notte viene sbarrato. Ma le
chiusure, le regole stupide (il divieto a consumare alocolici, o a
riprodurre musica), non ci piacciono, e nell’assoluto rispetto del
parco (mettendo cestini, che non ci sono tra l’altro, e
posizionandoci in modo da non disturbare la gente) decidiamo di fare
lì la festa, di riprenderci gli spazi, ovunque. I vigilantes
non tardano ad arrivare, e di fronte alla nostra opposizione
collettiva, politica soprattutto, decidono di passare la palla ai
loro superiori ed in particolare alla digos, chiedendo un ordine
sull’intervenire o meno. A mezzanotte arrivano ufficiali della
digos, accompagnati da sette camionette. Sette camionette mandate su
ordine esplicito del comune per impedire con qualsiasi mezzo
l’attuazione della festa. Non c’è spazio per trattative.
Purtroppo nemmeno l’impianto era nostro, e davanti alla previsione
del sequestro, decidiamo di evitare lo scontro. Ma senza arrenderci.
Anzi.

Nel
giro di un’ora è tutto smontato, i presenti avvisati.
Vogliono cacciarci? non finisce qui. Così, alle 2.30 al parco
Lambro iniziamo a suonare, con duecento persone libere e danzanti.
Dal microfono ogni tanto sale V33 resiste. Ce l’abbiamo fatta.


Ancora
una volta il comune ha cercato di impedire e ostacolare una nostra
iniziativa, di toglierci terreno, di negarci agibilità
politica, di movimento e di espressione. E ancora una volta abbiamo
risposto con determinazione, sfuggendo alla loro volontà di
controllo. Ancora una volta siamo riusciti a vincere, a costruire
l’iniziativa, a divertirci, ad aggregare, in una città che
altro non favorisce se non l’isolamento dei propri cittadini.

De
Corato, Moratti, tutta la giunta comunale, non può permettersi
di continuare indisturbata una politica di chiusura e privatizzazione
che sta condizionando irrimediabilmente la vita e l'urbanistica di
questa città.

In
ogni caso, ciò che è avvenuto alla montagnetta non deve
né diventerà un precedente, e con questa prima lettera
e con azioni successive, ci opporremo in ogni modo a questo modo
d’agire, a questa repressione inutile e cieca. Continuiamo con
forza a difendere il divertimento autorganizzato e la ripresa degli
spazi, fuori dai canali e dai luoghi del consumo milanese; oltre i
divieti, oltre le sbarre, rimaniamo convinti che gli spazi aperti
siano fatti per essere vissuti, occupati, animati…


V33_studentato_occupato_autogestito

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